Educazione digitale: quando è efficace

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Educazione digitale, o media education, sono i termini usati per riferirsi alle attività di insegnamento di un utilizzo costruttivo, sicuro e consapevole delle tecnologie e dei media. Non si può più parlare di “online vs offline”: ecco il punto di partenza per discutere di educazione digitale con i ragazzi.

Ciò che accade online non riguarda un mondo a sé e virtuale, ma fa parte della nostra vita a tutti gli effetti, in un continuum che definiamo “onlife”, termine coniato da Luciano Floridi. Un continuum in cui le conseguenze di ciò che viene fatto in rete non sono affatto virtuali, bensì si pagano e a volte anche a caro prezzo.

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Life skills, competenze indispensabili per l’educazione digitale di oggi

Bisogna altresì comprendere che le competenze necessarie nelle interazioni mediate da uno schermo sono le stesse di quelle che regolano le nostre interazioni in presenza. Si tratta di competenze di base come il rispetto, il senso di responsabilità, la capacità di ascoltare prima di agire, lempatia, il problem solving, la capacità di chiedere aiuto.
Sono le cosiddette Life Skills, competenze di relazione trasversali e importantissime che possono essere sviluppate attraverso l’esperienza. Non possiamo evitare che bambini o adolescenti incontrino delle difficoltà nella vita, possiamo aiutarli però insegnandogli comegestirle. È lì, nei momenti difficili, che servono quelle competenze ed è da questo tipo di formazione che dovremmo partire. 

Un bambino che sa accettare la diversità altrui come un valore aggiunto, o che sa mettersi nei panni degli altri, sarà un utente della rete che non sentirà il bisogno di comportarsi da bullo, per esempio.

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Educare al digitale puntando alla valorizzazione dell’elemento positivo

Quando si parla di educazione digitale poi, è fondamentale valorizzare gli aspetti positivi delle tecnologie. Demonizzare gli strumenti che fanno parte della vita quotidiana delle nuove generazioni significa perderne l’attenzione e la complicità! I continui “Stai attento che…” si scontrano inevitabilmente con i “Io posso tutto, io non ho paura. Io non devo stare attento”.
I ragazzi elaborano il rischio in maniera diversa, ma non adesso perché c’è internet! È così da sempre e lo sarà per ogni nuova generazione.
Elencare una serie di rischi, reali eh, che potrebbero incontrare se “non stanno attenti” non offre a loro gli strumenti per evitarli o affrontarli. Ma soprattutto non insegna il rispetto, il senso di responsabilità, la capacità di ascoltare prima di agire, l’empatia, il problem solving, la capacità di chiedere aiuto.

La sfida per noi educatori, coraggiosa se vogliamo, ma necessaria, è iniziare a parlare di educazione digitale in ottica preventiva già alla scuola primaria. Accantonando la falsa credenza secondo cui bambini di 8-9 anni siano ancora piccoli, perché i fatti dimostrano che proprio a queste età iniziano i primi contatti con le tecnologie, in modo spesso autonomo. 

Accompagnare i bambini nella conoscenza della rete e delle sue dinamiche, partendo da attività proposte sotto forma di gioco, è la modalità migliore per ottenere risultati positivi a breve e lungo termine.

Link Utili:

Corsi di educazione digitale per bambini